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“ Marchio e contraffazione”

Un recente caso giudiziario ha riportato l’attenzione sull’importanza di tutelare il proprio marchio al fine di salvaguardare i propri prodotti/servizi dalla concorrenza. Stiamo parlando di una disputa in essere tra Diesel e Calvin Klein, causata dall’utilizzo di una particolare etichetta sui jeans prodotti dalle due aziende. Entrando nello specifico Diesel aveva citato in giudizio Calvin Klein perché sosteneva che la casa di moda americana avesse utilizzato un segno distintivo simile al proprio, generando una confusione tra i consumatori, con l’aggravante che questa somiglianza faceva in modo che Calvin Klein beneficiasse indebitamente della reputazione del proprio brand. La Suprema Corte ha respinto però il ricorso di Diesel, stabilendo che non c’era rischio di confusione tra i marchi in questione, evidenziando anche il comportamento dei consumatori. La Corte ha valutato che coloro che acquistano jeans di fascia medio-alta sono molto attenti ai dettagli, alla qualità del prodotto, dei materiali e alla presenza di loghi o segni distintivi visibili. In conclusione questo caso ha ribadito i principi fondamentali della tutela del marchio e della concorrenza leale, affermando che per stabilire una violazione non basta una somiglianza superficiale tra due segni distintivi, ma è fondamentale dimostrare un rischio concreto di confusione per il consumatore finale. A rafforzare questo concetto, la conferma che la protezione di un marchio deve basarsi su elementi chiari di distintività, per poter anche godere di una tutela ampliata e che comunque la somiglianza visiva non è sufficiente a determinare una contraffazione.