La contraffazione del Made in Italy ha causato nell’anno 2016 una perdita di N.100mila posti di lavoro. Fortissimi sono stati i danni per le imprese che invece operano nella legalità , mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità, spese per la tutela dei diritti di privativa industriale. Il bilancio realizzato evidenzia che tale fenomeno sta mettendo a rischio la sicurezza del sistema produttivo italiano. In Italia la contraffazione ha diversi volti che spaziano dal falso Made in Italy alle frodi agroalimentari, dalla violazione della sicurezza dei prodotti alla pirateria audiovisiva e digitale. Moltissimi infatti sono i prodotti falsi commercializzati come italiani, falsificando l’origine e la provenienza reale di tali beni. Nel caso specifico delle frodi agroalimentari vengono compiute alterazioni, sofisticazioni con la produzione di generi alimentari che per nomi, colori, immagini e simboli richiamano l’italianità dei prodotti. Un altro settore dove la contraffazione è diffusa è quello della moda, abbigliamento e accessori. Un esempio eclatante è il marchio Gucci, che sta fronteggiando diverse situazioni createsi nel tempo. Infatti oltre ai prodotti palesemente falsificati che si trovano sulle strade delle grandi città,nei mercati ed anche sulle spiagge, ci sono anche tutti quelli disponibili via internet. Un esempio sono le vetrine virtuali di grandi catene nate nel mondo, come la catena americana Forever 21 che ha copiato le strisce colorate del marchio. La Maison fiorentina ha avviato misure legali importanti per porre definitivamente fine allo sfacciato utilizzo delle strisce blu-rosso-blu aprendo anche un’azione per violazione dei diritti relativi al marchio depositato. La prima registrazione del marchio negli USA risale all’anno 1979. Gucci ha ribadito più volte con forza che la difesa e la tutela dei suoi marchi depositati rivestono la massima importanza per tutelare i propri clienti da tutti coloro che desiderano trarre vantaggio dall’inganno e dalla confusione. La contraffazione nella sua globalità costituisce un moltiplicatore di illegalità perché somma condotte illecite che vanno dal lavoro nero all’immigrazione clandestina, dal riciclaggio all’evasione fiscale, al commercio abusivo. L’applicazione della proprietà intellettuale attraverso la registrazione permette di tutelarsi contro la copia, l’imitazione o la contraffazione del marchio, in altre parole permette di proteggersi da tutte quelle azioni che rendono “confondibili” i marchi agli occhi dei consumatori, evitando così il rischio di confusione, conferendo la titolarità in capo all’avente diritto di stipulare accordi di licenza.